
Oggi è uno di quei giorni in cui vorrei rimanere a letto per sempre, a togliermi di dosso i pantaloni di felpa grigia, e le calze anche, senza rispetto per gli indumenti, spingerli in fondo al letto e stropicciarli. E poi dormire, magari svegliarmi e fissare i nodi sul legno del soffitto. Sto in una casa che conosco, ma non è la mia. Guardo fuori dalla finestra, c'è il sole ora, eppure settembre mi sembra gennaio. Settembre mi è sempre sembrato come l'inverno. Non so perchè. Qui dentro sono felice, con i suoi oggetti, i suoi libri, con la sua testa che ricorda male e che mi fa sorridere. Comunque non sono per niente una radiosa o una solare. Anche quando sono felice mi sento malinconica, con il mio aspetto pallido, i movimenti lenti e le scelte posticipate fra tre giorni. Poi c'è il discorso sulla consapevolezza di essere una che non sa agire. Finisco per precipitare nel giorno, dentro al letto. Dormo, mi sveglio di nuovo, faccio due giri attorno al letto, mi sdraio di nuovo sul lato sinistro, quello che ho occupato prima. Perchè non piove come ieri? Perchè non nevica come il giorno in cui sono nata?
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